Di generazione in generazione

La pioggia prima che cada

Jonathan Coe

 

“Credi che ci arriveremo?” le chiesi. “Credi che ci arriveremo stanotte?” E quando lei non rispose, formulai un’altra domanda, quella che mi aveva dato più da pensare: “Perché tu vuoi venire? Perché te ne vuoi andare di casa?”.

“Non mi piacciono mia madre e mio padre,” rispose dopo una lunga pausa. “Non credo che mi vogliano bene”

“Sono cattivi con te?” chiesi.

                                                                Di nuovo non rispose.

Un libro semplice, di 222 pagine, che racchiude in sé la descrizione di come le parole e le azioni si trasmettano di madre in figlia e di come determinino la scelta dei partner.

Rosamonde ci racconta come questo sia possibile. Lei, la zia che distribuisce amore profondo e si trova con un pugno di mosche, ma che riesce a usare il suo dolore per parlare della sua verità.

Se vuoi comprendere perché è importante essere consapevoli dei propri comportamenti, e di come questi si tramandano alle generazioni successive, questo è il libro giusto per te!

Rosamonde racconta la storia della sua famiglia a partire da Ivy. La citazione all’inizio dell’articolo descrive perfettamente la situazione della famiglia. Ivy e Owen (genitori di Beatrix) trattano la figlia come se non esistesse. Lei è quella che sbaglia, quella che non fa mai nulla di giusto, che non viene calcolata dai genitori, che da grande (ma neanche tanto) farà tante scelte sbagliate, talvolta stravaganti.

Partorirà una figlia, Thea, che a sua volta avrà come eredità i comportamenti freddi e distaccati che sua mamma ha appreso dalla nonna.

Perché sottolineo questo?

Per mostrarti quanto tutto quello che facciamo abbia un significato per noi e abbia delle conseguenze per le generazioni future.

Come può una bambina avere in mente il concetto di “amore” se nessuno glielo ha mai mostrato?

Se questa bambina cresce con l’idea di non valere niente che tipo di uomo pensi che si scelga?

Come farà a imparare a distinguere l’Amore dalle briciole d’affetto?

Le persone che fin da piccole hanno ricevuto poco affetto, hanno difficoltà a trovare un amore sano, semplicemente perché non lo sanno riconoscere!

Come in questo libro, Beatrix ha ricevuto poche cure e le briciole di affetto che sentirà da parte del marito saranno per lei il massimo a cui aspirare! Ma sono il massimo, oppure si è abituata ad accontentarsi di poco?

È interessante notare come questa modalità sia il fil rouge che lega ben 4 generazioni!

 

Thea indossava quella camicetta ancora nuova quando iniziò a preparare la marmellata. Stava facendo bollire le more in una grossa pentola e il gas era troppo alto, così la marmellata cominciò a ribollire e a schizzare fuori dalla pentola con il risultato che di lì a poco la camicetta bianca era ricoperta di macchie di succo di more. Thea non se ne accorse nemmeno, ma sua madre la notò non appena entrò in cucina. […]

“Ma per la miseria” gridò Beatrix “cosa diavolo hai fatto a quella camicia del cavolo?”. Thea deve aver abbassato gli occhi sulla camicetta, restando a bocca aperta, poi la situazione precipitò in una fiumana di male parole. Beatrix disse a sua figlia che era stupida, che era la ragazzina più stupida che avesse mai conosciuto. […]

“L’hai rovinata, come rovini sempre tutto! Tutto!”.

E subito si mise ad accusare Thea di averle rovinato la salute, di averle rovinato la vita.

 

Come vedi il meccanismo si ripete. Non esiste responsabilità personale ma è sempre colpa degli altri. Dare la colpa all’esterno è di fatti una modalità per non fare i conti con se stesso, per non prendersi responsabilità.

Ma come potrebbe riuscirci Beatrix? I genitori le hanno insegnato che era il nulla, nessuno l’ha mai amata e fatta sentire capace, come può pensare che la sua vita dipenda dalle sue scelte? È più semplice pensare che il mondo fuori sia cattivo e un luogo su cui ci si può sfogare, proprio come fa con Thea!

Come si sentirà Thea a sua volta?

Dati i presupposti, sarà capace di crearsi una vita ricca di amore e serenità?

Ecco perché in terapia sistemico familiare, ci si sofferma spesso a capire cosa è successo nelle generazioni passate, quali sono stati i miti che si tramandano, quali le parole che hanno ferito e continuano come un’eco a essere ripetute.

Non è improbabile che qualcosa accaduto due generazioni fa sia, al giorno d’oggi, qualcosa che ti porti dietro, ma di cui non conosci il senso.

Dare un senso agli episodi che si tramandano di generazione in generazione, può aiutarti a capire il perché del tuo disagio attuale, e ti aiuta a capire come affrontarlo!!